Per trasportare velocemente e senza troppo pericolo le attrezzature per un assedio, per esempio, era molto utile farle spostare smontate in più pezzi da diverse persone, per poi ricomporle nel luogo in cui servivano. L'operazione di assemblaggio doveva essere eseguita rapidamente ed eventualmente anche se non erano presenti tutte le parti. Perciò erano estremamente importanti l'universalità, l'interscambiabilità e la modularità delle macchine da guerra.
Nei teatri di macchine del XVII secolo le descrizioni delle macchine sono corredate da immagini in cui gli oggetti sono smontati, per illustrare anche il loro interno e il modo in cui funzionano. Spesso si trovano dei veri e propri esplosi, con i componenti disegnati a lato, come nel "Novo teatro di machine" di Vittorio Zonca, in cui per la prima volta appare anche la scala grafica.
Anche nell'Encyclopedie di Diderot e d'Alembert le voci presentano illustrazioni esplicative, anche se non molto chiare: "L'opera ha un grande valore documentario perché i ricchi apparati iconografici permettono di entrare negli atelier, smontano le macchine, svelano le varie fasi delle lavorazioni più complesse."
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